Edgar Allan Poe è nato nel primo decennio del diciannovesimo secolo, da genitori attori. È stato coinvolto in una varietà di opere letterarie tra cui scrittura critica, poesia, opere teatrali e storie di finzione. È apprezzato come il pioniere dei moderni romanzi polizieschi e lodato come poeta.
Questo lavoro esamina il tema comune che appare nella maggior parte dei suoi racconti e poesie; mistero e macabro, in cinque delle sue poesie pubblicate. Questi pezzi letterari sono per lo più emozionanti e si avventurano nelle profondità della psiche umana, tanto che hanno persino ispirato adattamenti televisivi e cinematografici (Gioia e Kennedy 65). Le cinque poesie che esamineremo sono per lo più opere di narrativa gotica, con un tema simile alla morte e all’amore perduto. In un certo senso, queste poesie possono essere considerate come parte di un genere di romanticismo oscuro.
Un sogno dentro un sogno
La prima poesia che analizzeremo è ‘un sogno dentro un sogno’. In questo poema, il narratore implica che la nostra esistenza è un sogno dentro un altro sogno. In aggiunta a questo, il narratore significa che il sogno ha una fine inevitabile che non può essere evitato, proprio come la sabbia non può essere impedito di correre quando tenuto in quelle mani.
Poe cattura l’elemento dell’amore perduto e della morte in modo diverso, in due scene, con ogni scena che appare nella propria stanza. Nella prima scena, il narratore è visto per essere separazione con una persona che ama teneramente, in un addio sereno. La seconda scena è più appassionato, come il narratore cerca disperatamente di contenere una manciata di sabbia in mano, che è simbolico per cercare di tenere stretto a una persona cara, mentre nel loro letto di morte. La disperazione con cui il narratore cerca di aggrapparsi alla vita è vista nella domanda retorica e nell’esclamazione. ‘O Dio!”(Poe 2140).
Quando si considera l’elemento della morte, c’è anche l’aspetto del tempo che passa. Nella prima strofa, la partenza dell’amante segna la fine del loro amore, mentre la seconda strofa usa la caduta della sabbia come simbolo del passare del tempo in una clessidra. Il narratore implica che una volta che l’amante è andato, e la sabbia è caduta e viene lavata via, tutto ciò che rimane è un’impressione della loro esistenza, e proprio come un sogno, non possono essere riacquistati.
In questo poema, Poe usa il mare come ambientazione per la morte e il tempo, come si vede nella metafora “the surf tormented shore” (Poe 2140). La metafora è significativa nell’esprimere l’inevitabilità della partenza, poiché l’acqua del mare asciugherà inesorabilmente la riva.
Mentre le due strofe sono diverse, il narratore le unisce usando la stessa frase alla fine di entrambe le strofe, “Tutto ciò che vediamo o sembriamo/è solo un sogno in un sogno” (Poe 2140). Questa linea ritrae la disperazione con il passare del tempo, per cui “ciò che vediamo” si riferisce al primo sogno, mentre “ciò che sembriamo” è il sogno all’interno di un sogno, ma entrambi sono sogni.
Il corvo
Il secondo poema ‘Il corvo’ è un poema narrativo oscuro e inquietante, con immagini orribili e musicalità interna. Lo stile letterario oscuro che è legato alla torta è introdotto al lettore nella prima riga, “c’era una mezzanotte triste, mentre rifletteva, debole e stanco” (Poe 335).
Come il poema precedente, anche questo ha l’elemento della morte e dell’amore perduto, indicato dal corvo. Il corvo è simbolicamente usato per mostrare qualcosa di oscuro e sinistro. Questo poema è simile al primo, poiché il protagonista sembra essere disperato, alla ricerca frenetica del suo amore perduto (Poe 335). Il poema si concentra su quella che sembra essere una dolorosa partenza di una persona cara al personaggio, come si vede nell’uso ripetuto di ‘lost Lenore’ e ‘radiant maiden’ (Poe 335).
L’amore perduto, Lenore, si esprime sotto forma di corvo, e sembra tormentare il narratore fino a un punto di follia. Questa follia è espressa attraverso stili letterari, tra cui rima, allitterazione e onatopea, come si vede nelle parole ‘rapping’, ‘tapping’ e ‘napping’ nella prima strofa (Poe 335). Poe approfondisce ulteriormente l’aspetto della morte nella seconda strofa, dove ci informa che i pensieri del protagonista sono in realtà dalla memoria, e che il narratore vede la morte tutto intorno a lui.
Poe offre al protagonista l’opportunità di liberarsi dal tormento del suo amore perduto introducendo un “visitatore”. L’uso del “visitatore” nel poema sembra essere una rappresentazione simbolica della necessità di occuparsi di altre cose. Il protagonista apre la porta al “visitatore”, che potrebbe essere rappresentativo della conoscenza ricercata per superare il dolore di una perdita. Questo è sottolineato quando Poe ci dice che il personaggio si rivolge ai suoi libri per “surcease of sorrow” (Poe 335).
La città nel mare
Il terzo poema di Edgar Allan che useremo per valutare l’elemento della morte è ‘La città nel mare’. Il poema gotico ha cinque strofe di lunghezza disuguale, ognuna delle quali descrive un livello sotto il mare che è più basso del precedente, per quanto riguarda una bella città misteriosa, sotto il mare.
Poe descrive la meraviglia come un ‘trono’ per il diavolo (2142) che è sorprendentemente stabile, nonostante la sua lunga esistenza. Si osserva che questa bella terra affonda gradualmente, il che è simbolico per la natura umana e il peccato, che porta alla morte e alla fine va all’inferno. Si arriva a scoprire che la città non riceve alcuna luce dal sole, il che significa che è molto al di sotto della superficie dell’acqua.
Mentre Poe potrebbe aver ritratto la città sotto il mare come un trono felice per la ‘Morte’, in seguito la descrive come vuota, e piena di disperazione e morte, il che è piuttosto ironico. Poe esamina il concetto di morte da una diversa angolazione, rispetto alle due poesie precedenti. In questo poema, Poe esamina il viaggio che le persone intraprendono nella morte e tenta di descrivere la sensazione della morte stessa, confrontando la bella città con i propri cari.
Egli ritrae la città in fondo al mare, o la morte, come un luogo solitario, senza speranza o gioia; un luogo che tace, con solo il tempo di conquistare (Poe 2142). Poe si concentra sulla morte dall’inizio del poema e usa vari aspetti del simbolismo per raffigurarlo, come “tombe aperte” (linea 30) e “dim west” (linea 3), che è simbolico di un tramonto e di una morte secondo gli egiziani.
Poe usa l’allegoria in questo poema per mostrarci che i peccati causano la morte dell’anima umana. I peccati sono il risultato della ricchezza, come raffigurato dall’uso di Poe della parola “architettura esotica”. Il poema non ha uno schema di rima, anche se Poe riesce ad avvisare il lettore della tendenza discendente, come nella frase “down, down, that town shall settle here” (linea 50), che è utile per riconoscere l’eventuale scomparsa della città, che è simbolica della morte effettiva dell’anima umana.
Alone
In un’altra delle sue poesie, ‘Alone’, Poe ritrae un personaggio che non sembra appartenere; una persona con interessi diversi da quelli di altre persone. Di conseguenza, il personaggio ha difficoltà a connettersi con altre persone, nonostante sia una persona premurosa. Mentre la poesia precedente, ‘Città nel mare’ ci racconta il viaggio intrapreso da persone morenti, questa poesia ci porta attraverso la vita di persone che sono state in lutto dei propri cari. È molto probabile che Poe stia esprimendo la sua triste vita e come si sentisse verso le persone che amava e che aveva perso.
Si osserva che la perdita dei propri cari a causa della morte provoca la solitudine del defunto. Queste persone sono osservate per vedere cose che gli altri potrebbero non essere in grado di vedere, un mistero, che lo fa rimanere solo. Questo è raffigurato nella dodicesima riga, “Il mistero che mi lega ancora” (Poe 928).
Queste osservazioni sono per lo più negative, come si vede nelle righe che seguono. Le ultime due righe indicano che ci sono cose buone e positive che accadono intorno, anche se non è in grado di unirsi alla felicità, “demon in my view” (linea 22). Il poema è un riflesso di qualsiasi persona che soffre di amore perduto o morte di una persona vicina. Guarda le difficoltà che le persone affrontano nella vita, le lotte e le perdite; il “demone” che impedisce alle persone di godersi la vita come fanno gli altri.
Ulalume
L’ultima poesia che vedremo da Poe è ‘Ulalume’. Questo poema gotico ha un tono triste, ed è chiaro che Poe non era appassionato di migliorare la sua chiarezza.
Questo poema è stato identificato per avere una qualità sfuggente, con vari livelli di coscienza, e un tono che ritrae profondo rimorso che è irreparabile. Ulalume è il simbolo di un desiderio che è stato dimenticato, anche se al suo ritorno porta con sé un senso di orrore sul protagonista, facendolo vagare senza meta nella disperazione.
Questa poesia ci offre un’altra prospettiva dell’amore perduto e della morte. È passato un anno da quando il protagonista ha perso il suo amore, ed è evidente che ha avuto difficoltà a gestire la perdita. Poe ritrae la morte usando strati cupi per sviluppare un’atmosfera che raffigura un mondo sotterraneo infestato da fantasmi. Questa poesia è di muoversi oltre la perdita di una persona cara, o la morte.
Per esprimere ciò, il narratore esiste in un mondo che non è né immaginario né reale, poiché piange inconsciamente la morte di Ulalume, che ci è noto solo per nome. Il fatto che la sua anima abbia un’identità indipendente, una femmina di nome psiche, implica che il narratore abbia un conflitto interiore. La sua ossessione per la sua ricerca è visto come si riferisce alla luna come Astarte, in riconoscimento della sua bellezza. La sua anima interiore sembra essere composta e può essere simbolica della sua defunta moglie che vuole che il narratore sfugga alla sua angoscia (Poe, Sintesi poetica di Poe e analisi 1).
Conclusione
Nei suoi scritti, Poe utilizza un vocabolario intricato per trasmettere il suo messaggio. Le cinque poesie discusse sopra fanno parte di un genere di romanticismo oscuro, con particolare attenzione all’elemento della morte e dell’amore perduto. Le poesie hanno diverse prospettive dell’amore perduto e della morte, dall’effetto della partenza di una persona cara attraverso la morte, al processo della morte stessa.
Possiamo anche vedere il tormento che si verifica quando le persone non sono in grado di superare il loro dolore di perdere una persona cara, come nel poema ‘Ulalume’. Affinché Poe possa creare scene oscure e cupe, oltre a evidenziare i temi principali, usa la ripetizione e il vocabolario complesso. Tale stile richiede al lettore di deliberare, al contrario di leggere semplicemente per divertimento.
Opere citate
Gioia, Dana e X. J. Kennedy. Letteratura: Introduzione alla narrativa, alla poesia, al dramma e alla scrittura, Edizione interattiva compatta (6a edizione). Londra, Inghilterra: Longman, 2009. Stampa.
Poe, Edgar Allan. Sintesi e analisi poetica di Poe. 1999. Web. <https://www.gradesaver.com/poes-poetry/study-guide/summary-ulalume>.
Poe, Edgar Allan. La rete della letteratura. 2000. Web. <http://www.online-literature.com/poe/>.