Innovazione frugale

Un’innovazione frugale (da lat. frūgālis: “originato dai frutti (di campo)” nel senso di magro, frugale) è un’innovazione che rompe con il paradigma “sempre di più, sempre meglio”, che è ampiamente usato in ricerca e sviluppo, e designa una soluzione semplificata e orientata all’applicazione per aprire nuovi segmenti sensibili ai prezzi ai piedi della piramide socio-economica. Le innovazioni frugali sono strettamente correlate ai termini dei mercati emergenti come Jugaad, grassroot innovation e reverse innovation. In genere, le innovazioni frugali riguardano i paesi asiatici, come l’India o la Cina.Tuttavia, questo termine esiste anche in Africa o in Sud America, in Brasile, ad esempio, nel contesto di Gambiarra.

Le caratteristiche popolari dei prodotti frugali sono:

  • Più per meno: Il prodotto dovrebbe avere un alto vantaggio per il cliente finale, rispetto al prezzo.
  • Asset-light: soluzioni di risparmio di capitale, ossia I bisogni che erano tradizionalmente soddisfatti con i prodotti vengono ora soddisfatti con l’aiuto di servizi (ad esempio Airbnb).
  • Abbastanza buono :il prodotto dovrebbe coprire solo le funzioni specifiche del gruppo target e orientate all’applicazione, ma soddisfarle a un livello medio-alto.

In un’analisi della letteratura, le proprietà sono state riassunte in tre categorie chiamate efficienza dei costi, facilità d’uso e altre variabili descrittive come tecnologicamente sofisticate. Le innovazioni frugali hanno ricevuto una maggiore attenzione da parte dei media, degli istituti di ricerca, delle società di consulenza e della comunità imprenditoriale dal 2010.

I prodotti tecnologicamente snelli hanno un potenziale di vendita maggiore, soprattutto nei mercati emergenti. Prodotti frugali che sono su misura per le esigenze locali possono quasi raddoppiare la loro quota di fatturato in cinque anni, secondo uno studio della società di consulenza di gestione Roland Berger. Il termine Ingegneria frugale riassume gli approcci per lo sviluppo mirato di innovazioni frugali. In sostanza, qui si fa riferimento all’uso strutturato dei “vincoli”, cioè delle restrizioni.

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